
Che Capri sia un’isola magica non lo dico io.
È una cosa che risulta evidente non appena si abbandona l’aliscafo e si mette piede nel suo porticciolo affollato.
Frotte di turisti ammaliati dalla bellezza del luogo distendono i muscoli in volti rilassati che contagiano. La fila per prendere la funicolare che porta nella piazzetta più famosa del mondo scorre veloce e quella che per me è un mezzo di trasporto di routine, per alcuni è un’esperienza di viaggio nuova e affascinante.
È così che comincia il soggiorno caprese che mi ha visto protagonista di una giornata di viste sensazionali, colori bellissimi e cibo paradisiaco in compagnia della mia amica blogger, Giorgia Riccardi: lei biondissima, io morissima.
Mentre cammini per i suoi vicoletti, Capri ti racconta della sua bellezza fatta di cose semplici come le mattonelle colorate, scorci di mare cristallino e fiori e piante che per quanto possa risultare assurdo e incomprensibile, a Capri sembrano più belle.
Dalla funicolare alla piazzetta è un attimo, ma un giro per le vetrine degli sfarzosi negozi è d’obbligo, così, in attesa che arrivasse l’ora di pranzo un giretto per sognare ce lo siamo concesse.

Perdersi nei vicoli di Capri non è semplice, ma anche in un’isola piccola e dalla geografia non complicata, sono riuscita nell’impresa. Salvate da un’abitante gentile ritroviamo la via della piazzetta e da lì, dal cuore pulsante dell’isola, in 10 passi raggiungiamo la nostra meta: il ristorante Mammà.
L’accoglienza è la stessa che si potrebbe ricevere in un hotel a 5 stelle. All’ingresso veniamo accolte con calore e accompagnate nella scelta del tavolo.

Il Mammà di Capri è situato su di una terrazza in parte coperta che affaccia su un panorama straordinario fatto del verde della natura e del blu del mare nelle sue sfumature e gradazioni.

L’ambiente, arredato in modo impeccabile, trasmette serenità e calore, e l’equilibrio si gioca tra uno stile moderno e attuale e uno stile marinaro che non tradisce mai l’identità di un’isola che non può prescindere dai colori del suo mare e dalla ricchezza, anche e soprattutto alimentare, che da esso ne deriva.
Per questo i toni del legno, le corde marinare e i tessuti blu parlano non solo di quello che Capri è – un’isola di mare- ma anche di quello che gusterai e viceversa, in un gioco perfettamente riuscito di rimandi reciproci.

Lo chef, una stella Michelin guadagnata nel 2014, è Salvatore La Ragione, “secondo” per diverso tempo dello chef Gennaro Esposito (due stelle michelin, Torre del Saracino a Vico Equense) che come il suo mentore – principale fonte di ispirazione per il progetto del “Mammà”- , segue un’idea di cucina che pone al centro il territorio, il suo patrimonio culinario e un metodo che fonde la sapienza ai fornelli con la cucina emozionale e ragionata che solo una mamma, una mammà del sud saprebbe metterci.
L’offerta culinaria ripropone alcuni dei piatti dello chef Esposito e tutte le varianti filosofiche che lo chef patron ha saputo ereditare da quest’ultimo; il pesce, che i pescatori locali portano ogni giorno e le verdure dei coltivatori di Anacapri, la fanno da padroni e la sapienza di chi da questo tesoro sa trarne il meglio è evidente in ogni portata, finanche negli aperitivi classici rivisitati in chiave caprese.

Così un calamaro cuoce 24 ore sottovuoto a temperatura controllata per mantenere tutto il suo sapore e restituire una carne dalla squisita consistenza, un risotto di mare ruba alla ricetta della zuppa di cozze il suo condimento per una nuova indimenticabile variante di sapore e il sugo della genovese non avvolge la pasta, ma si rinchiude in un tortello per una nuova esperienza di gusto.
Tutti i cibi, per una napoletana come me, toccano le corde della memoria sensoriale e della tradizione, ma allo stesso tempo ogni assaggio, ogni morso e ogni nuovo piatto sono una scoperta e una conferma delle mille varianti che il cibo può assumere nelle mani abili di uno chef.

Anche le verdure, che come in una danza accompagnano le portate, hanno un gusto speciale e mai provato prima, una consistenza che negli anni passati personalmente a cucinare non ho mai saputo dargli.
Nelle parole e nei gesti affettuosi del maitre Valentino Orefice e di tutto il personale di sala, siamo state coccolate continuamente e trattate come regine, ma lo stesso trattamento è stato riservato a tutti gli ospiti che hanno scelto di pranzare in questa meravigliosa “terrazza con cucina” che abbraccia l’isola dall’alto.
Tra un sorso di buon vino, un morso di ottimo cibo e il respiro di un’isola che incanta come poche altre al mondo, è stata una giornata indimenticabile da provare per chi non c’è stato, da ripetere sicuramente per chi l’ha vissuta.
