Antonino Cannavacciuolo non ce la fa più e vomita tutto su Cucine da incubo: “La gente p…” | Non è come sembra
La confessione inattesa di Antonino Cannavacciuolo sul suo programma più famoso. Cosa ha detto lo chef napoletano su Cucine da incubo.
A vederlo incute un po’ di timore, Antonino Cannavacciuolo. Sarà per la sua altezza che sfiora i due metri, la stazza imponente, la barba nera.
Eppure è tutta apparenza. Al di là delle sue iconiche pacche sulla spalla che scuotono chi le riceve – ma lo fa con simpatia – è solo un gigante buono. E un ottimo chef.
Uno di quelli che mette la passione vera in ciò che fa, e si vede. L’amore che mette quando tocca il cibo, prepara, cucina, traspare in maniera molto chiara.
E lo vediamo principalmente nel programma che conduce da ormai 10 stagioni: Cucine da incubo. Ed è proprio sul programma che Antonino Cannavacciuolo si è lasciato andare ad alcune considerazioni.
Antonino Cannavacciuolo: la confessione su Cucine da incubo
Cucine da incubo è uno dei programmi più coinvolgenti di Antonino Cannavacciuolo. Ogni puntata è concentrata su un locale in difficoltà, dove lo chef arriva, rivede il menù, ristruttura il locale, porta la pace nello staff. Insomma risolleva le sorti del ristorante coinvolto e riporta pace, armonia e clienti. Il momento più bello è proprio quello in cui lo chef mostra ai cuochi come cucinare i piatti pensati da lui.
A TvBlog recentemente però Cannavacciuolo ha spiegato: “Ci tengo a sottolineare una cosa: io non ho la bacchetta magica. Non è che arriva Cannavacciuolo e ti cambia. Cannavacciuolo arriva e cerca di farti cambiare mentalmente, quello deve essere lo switch. Non bastano due ore per risolvere i tuoi problemi. Il vero cambiamento deve essere nella testa delle persone, devono riuscire a prendere questo lavoro con serietà e professionalità”.
“La gente p…” cosa ha detto lo chef
Cucine da incubo piace perché è umano. Antonino Cannavacciuolo trasmette tutta l’empatia che sente per le persone che gli stanno intorno. Tanto che, sempre nella stessa intervista, ammette: “Quando finisco di fare Cucine da Incubo vado via che sono scarico, perché veramente ho dato tanto. Quando chiudo, faccio l ‘Addios’, mi serve una giornata per riprendermi”. E spiega: “Voi vedete 42 minuti di girato, ma noi lavoriamo tre/quattro giorni filati, dalla mattina alla sera, per motivare queste persone”.
Anche a Sette del Corriere, parlando dello stesso argomento, Antonino Cannavacciuolo confessa: “È un programma a cui sono molto legato perché l’obiettivo è rendere felici le persone. Spesso, quando riparto, la gente piange”.