La tarte tropézienne è una sofficissima brioche farcita di golosa crema chantilly profumata di fior d’arancio, famosa non solo in Costa Azzurra, ma in tutta la Francia.
Si dice che questa brioche fu inventata dal pasticcere polacco Alexandre Micka, che si trovava a Saint Tropez nel 1955, ispirandosi a un dolce che gli preparava sua nonna. Il dolce divenne presto molto famoso, tant’è che perfino Brigitte Bardot ne fu affascinata: fu proprio durante le riprese del film “E Dio creò la donna”, girato nei pressi della pasticceria di Micka, che la Bardot battezzò la brioche con il nome di Tarte Tropézienne.


Un inizio tutto cinematografico quindi per la nascita di questa famosa ricetta della pasticceria francese, che presto divenne simbolo di spensieratezza e della dolce vita che si respira nella rinomata località della Costa Azzurra.
E quale ricetta migliore di questa poteva rappresentare la joie de vivre francese che è il filo conduttore di “Parigi può attendere”, il nuovo film di Eleanor Coppola, in uscita nelle sale cinematografiche il prossimo 15 giugno? Una commedia romantica che racconta la storia di Anne (Diane Lane), che trascurata dal marito produttore Michael (Alec Baldwin), inizia un viaggio da Cannes a Parigi con un collega francese del marito, Jacques (Arnaud Viard).
Ed ecco che Anne e Jacques partono alla scoperta del paesaggio francese, delle sue prelibatezze culinarie, dei suoi vini e dei suoi formaggi, del piacere di godere di un picnic all’aria aperta. Un viaggio che porterà Anne alla riscoperta di se’ stessa, tra luoghi pittoreschi e una ritrovata gioia di vivere.


In una scena del film, viene recitata la seguente frase: “I miei ricordi più felici sono intorno ad un tavolo”.
Una frase che racchiude in se’ tutta la convivialità e il piacere di riunirsi intorno ad una tavola imbandita, al piacere di ricevere, di ritrovarsi e di godere di buon cibo e buon vino. Sentimenti che fanno certamente parte di tutti noi popoli dell’Europa del Sud, gente del Mediterraneo, ospitale e appassionata e fortemente legata alle proprie tradizioni enogastronomiche.
In questo contesto ho pensato di proporvi la ricetta della Tarte Tropézienne, una brioche dalla dolcezza e dalla raffinatezza incredibili, elegante e godereccia allo stesso tempo, ma soprattutto molto legata al territorio e alla tradizione francese. Un inno alla gioia, alla bella stagione e alla voglia di vivere pienamente.

Ingredienti per 6 Persone
Per la brioche:
- 12 g Lievito di birra fresco
- 315 g Farina
- 120 ml Latte tiepido + 1 cucchiaio per spennellare
- 1 Uovo + 1 tuorlo per spennellare
- 50 g Zucchero Semolato
- 70 g Burro ammorbidito
- 1 pizzico Sale
- 2 cucchiaini Acqua Aromatica fior d'arancio
- Zucchero in granella per decorare
Per la crema:
- 2 Uova
- 1 Tuorlo d'Uovo
- 55 g Burro
- 500 ml Latte
- 1 baccello Vaniglia
- 115 g Zucchero
- 30 g Maizena
- 250 ml Panna fresca
- 1 cucchiaino Acqua Aromatica fior d'arancio
Preparazione
Inserite nella ciotola della planetaria l'uovo, la farina setacciata, lo zucchero, il sale, il burro fatto sciogliere ma non caldo e l'acqua di fiori d'arancio. Azionate la macchina e lasciatela impastare per alcuni minuti. Nel frattempo, sciogliete il lievito di birra nel latte tiepido (non caldo, altrimenti verrà inibita la sua azione lievitante), unendolo infine al resto dell'impasto e continuando a lavorare la brioche fino ad arrivare ad incordatura. Una volta ottenuto un impasto liscio ed omogeneo, lasciatelo lievitare nella ciotola della planetaria per 2 ore circa, coperto da pellicola, a 25/28° C.
Nel frattempo, dedicatevi alla preparazione della crema. Lasciate uova e burro a temperatura ambiente per almeno 30 minuti. Scaldate il latte con il baccello di vaniglia tagliato a metà e unitevi anche i semini prelevati con un coltello. Portate ad ebollizione, abbassate il fuoco e continuate la cottura per 20 minuti. Infine eliminate il baccello di vaniglia e mettete da parte il latte.
Con le fruste elettriche sbattete le uova e il tuorlo insieme allo zucchero e alla maizena. Unite metà del latte caldo e continuate a mescolare. Rimettete il tutto sul fuoco, aggiungendo anche il latte restante e mescolando finché si addensa.
Togliete la crema dal fuoco e aggiungete il burro, amalgamate sempre con una frusta fino a completo assorbimento, dopodiché mettete a raffreddare (prima a temperatura ambiente e poi in frigorifero), comprendo con pellicola a contatto.
Riprendete l'impasto e sgonfiatelo con le dita. Ribaltatelo sul piano di lavoro, pirlatelo aiutandovi con un tarocco e disponetelo in uno stampo a cerniera da 20 cm, imburrato (o ingrassato con un distaccante spray). Coprite con un canovaccio o con della pellicola e lasciate lievitare nuovamente per circa un'ora.
Accendete il forno a 190° C, statico. Nel frattempo, trascorsa la lievitazione della brioche, scopritela e spennellate la superficie con il tuorlo d'uovo e un cucchiaio di latte. Spolverate con la granella di zucchero e cuocete in forno per 20 minuti circa, fino a che la superficie diventa bella dorata. Infine sfornate e fate raffreddare la brioche su una gratella.
Mettete la panna fresca e le fruste in freezer per 15 minuti. Versate la panna in un recipiente e montatela ben ferma, aggiungendo dopo poco l'acqua di fior d'arancio. Incorporate la panna alla crema pasticcera, con movimenti lenti dal basso verso l'alto, per non smontarla.
Tagliate la brioche a metà e farcitela con la crema, aiutandovi con un sac-à-poche munito di bocchetta a stella. Chiudete la tarte con la metà restante della brioche e servite.
Note
La versione originale, gelosamente custodita da Micka, prevede una farcitura con la crema chiboust, che altro non è che crema pasticcera unita ad una meringa italiana. La tarte tropézienne si mantiene per qualche giorno in frigorifero, e il giorno seguente alla preparazione sarà ancora più buona, in quanto la brioche assorbirà bene la crema e l'aroma di fior d'arancio. Se la chantilly dovesse essere troppo morbida, lasciatela rapprendere per un'oretta in frigo e poi procedete alla farcitura della brioche.

