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Cucine da incubo, chef Cannavacciuolo sbugiardato dal protagonista: “È superficiale” | Quello che vedi in tv è finto

verità Cucine da incubo
Antonino Cannavacciuolo in Cucine da incubo- iFood.it

Svelati i retroscena del programma “Cucine da incubo”: ecco cosa ha fatto lo chef Antonino Cannavacciuolo con i menu dei ristoranti.

Dal 2013, il programma televisivo “Cucine da Incubo” ha offerto un aiuto prezioso ai ristoranti in difficoltà, con lo chef Antonino Cannavacciuolo al timone.

Attraverso il suo intervento, molti ristoranti hanno avuto la possibilità di rinnovarsi e di migliorare la loro offerta gastronomica.

Ma quanto c’è di autentico in questo show e quale impatto ha avuto realmente sulla vita dei ristoratori che vi hanno partecipato?

Di recente sono state rese note le testimonianze di alcuni partecipanti al programma che hanno svelato i retroscena e le conseguenze della loro partecipazione a “Cucine da incubo”.

“Cucine da incubo”: è tutto vero quello che si vede in trasmissione?

“Cucine da Incubo” è un format nato nel Regno Unito nel 2004, dove il celebre chef Gordon Ramsay interveniva in ristoranti problematici per trasformarli. In Italia, il programma esiste dal 2013 e ha riscosso un notevole successo. La formula è semplice: Cannavacciuolo entra in ristoranti in crisi, critica aspramente il cibo e il servizio, e poi lavora con lo staff per rivoluzionare il locale.

Negli anni molti telespettatori si sono chiesti quanto ci sia di autentico in ciò che vediamo. Alcuni ristoratori confermano che la rappresentazione televisiva è abbastanza veritiera. Ersilia la Placa, titolare de “La Tana degli Elfi” in Puglia, ha sottolineato come il programma abbia aiutato a risolvere problemi di comunicazione all’interno del suo ristorante familiare.

retroscena Cucine da Incubo
Cucine da incubo con Antonino Cannavacciuolo- iFood.it

Le testimonianze dei ristoratori di “Cucine da incubo”: menu non adatti

Diversi ristoratori hanno condiviso la loro esperienza post-programma e non si tratta sempre di esperienza puramente positiva. Emilia Karaš del ristorante “Le Lanterne” ha rivelato che la ristrutturazione del locale era superficiale, ma ha comunque portato benefici. Sempre lo stesso ristorante “Le Lanterne” a Roma, che ha partecipato alla prima edizione, ha sottolineato, però, come il menu proposto da Cannavacciuolo fosse temporaneo e non adatto al pubblico turistico romano. Una presa in giro per i telespettatori, dunque, che hanno ipotizzato ad un menu effettivamente adottato dal ristorante.

Altri, come Emanuele Pastore del ristorante “Le 2 Fontane” a Taranto, hanno evidenziato come il programma abbia portato una maggiore visibilità e clientela. La signora Scilla de Lorenzis, proprietaria della “Trattoria al Capolinea” a Milano, ha rivelato che alcune richieste della produzione erano esagerate per aumentare l’audience. Nonostante le critiche, la formula di “Cucine da Incubo” sembra continuare a funzionare, con molti ristoranti che hanno beneficiato della partecipazione al programma.