Ricette a due facce | Non solo cibo e tradizione: l’allarme che scuote l’Italia
Mentre il mondo della gastronomia celebra i sapori della tradizione, la parola “ricetta” assume un’ombra inquietante. Emerge un allarme legato a un traffico illegale che non ha nulla a che fare con la cucina, mostrando un lato oscuro e inaspettato.
Da un lato, l’Italia culinaria è in pieno fermento. Chef come Roberto Valbuzzi raccontano la propria storia in un libro che va oltre le semplici preparazioni, mentre le creazioni di Stefano Croce da Moena, tra arrosti di cervo e canederli, approdano sulla celebre piattaforma Giallo Zafferano.
Dall’altro, emerge una realtà preoccupante che utilizza lo stesso termine, “ricetta”, per scopi ben diversi. Un allarme è stato lanciato riguardo a un crescente traffico di ricette false per ottenere l’ossicodone, un farmaco definito “l’antidolorifico dello sballo”, gettando una luce sinistra su una parola solitamente associata alla convivialità.
Un viaggio tra sapori autentici e tradizioni riscoperte
Il racconto del cibo in Italia continua a evolversi, mantenendo un forte legame con il territorio. Lo dimostra lo chef Roberto Valbuzzi, che ha scelto di pubblicare un libro non solo di ricette, ma anche sulla sua storia personale. Allo stesso modo, le specialità di Stefano Croce, chef di Moena, hanno conquistato il pubblico di Giallo Zafferano, portando in primo piano piatti come l’arrosto di cervo e i canederli ai formaggi.
Questa riscoperta non si ferma ai singoli protagonisti. A Ravenna, il ristorante Valentino rinasce puntando proprio sulle ricette dimenticate, affiancate da mosaici alle pareti e un servizio carismatico. Anche la televisione locale celebra le radici, come dimostra la puntata speciale di “Viaggio in Liguria” su Primocanale, interamente dedicata alle castagne, dalla raccolta alla lavorazione fino alle ricette tipiche.
Quando la ricetta diventa un pericolo: il traffico di ossicodone
In netto contrasto con questo scenario positivo, le cronache riportano un fenomeno allarmante. È tornato alla ribalta il traffico di ricette false finalizzato all’ottenimento di ossicodone, un potente antidolorifico che viene ricercato per scopi non terapeutici.
Secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino, l’obiettivo di questo traffico è procurarsi quello che viene definito “l’antidolorifico dello sballo”. Questo uso illecito delle prescrizioni mediche apre uno scenario inquietante, dove la parola “ricetta” perde la sua accezione positiva per legarsi a un problema di sicurezza e salute pubblica.
La situazione evidenzia come un singolo termine possa abbracciare due realtà diametralmente opposte: da una parte la cultura, la creatività e la condivisione legate al cibo; dall’altra un’emergenza legata all’abuso di sostanze ottenute attraverso canali illegali.
