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La pasta al dente fa ingrassare di meno? Finalmente la verità

Spaghetti durante la cottura in acqua bollente – iFood.it (foto Canva)

Quando l’obiettivo è dimagrire stiamo attenti a ogni alimento per favorire la perdita di peso e non fare mosse controproducenti: la pasta

La pasta al dente è un’usanza tipicamente italiana. La cottura della pasta in Italia è una cosa seria: spesso chi scola la pasta quando ormai non è più al dente viene additato come qualcuno che non la sa cuocere, che fa la “pasta scotta” come gli stranieri.

La pasta al dente rimane soda e non diventa un pastone appiccicoso e molliccio. Per chi è abituato a un certo tipo di cottura, mangiarla in un altro modo può essere un’eresia o una delusione.

Non per tutti però la cottura della pasta è solo una questione di consistenza e di gusto personale. C’è chi si preoccupa delle calorie, chi limita il consumo di pasta nella speranza di perdere peso e addirittura chi la elimina dalla propria dieta perché è convinto che la pasta faccia ingrassare.

La pasta in sé non fa ingrassare, il problema semmai è il condimento che le abbiniamo: è chiaro che se pretendiamo di mangiare ogni giorno una pasta condita con la pancetta o ai quattro formaggi, di certo non stiamo seguendo un regime ipocalorico che aiuta la perdita di peso.

Come mangiare la pasta per non ingrassare

Se iniziamo a scegliere condimenti sani e leggeri, possiamo mangiare la pasta tutti i giorni senza problemi. Ancora meglio è optare per la pasta integrale o prodotta con i legumi, perché questi tipi di pasta hanno un indice glicemico più basso rispetto alla pasta bianca a cui siamo più abituati.

L’indice glicemico indica la velocità con cui un alimento aumenta i livelli di zucchero nel sangue. Se l’indice glicemico di un alimento è alto, significa che causerà picchi di zucchero nel sangue e di  conseguenza aumenterà il rischio di accumulare il grasso nel corpo.

Scolare gli spaghetti al momento giusto – iFood.it (foto Canva)

La cottura della pasta e l’indice glicemico

Tornando alla cottura della pasta, è bene sapere che da diversi gradi di cottura derivano diversi indici glicemici. La pasta con un indice glicemico più basso è quella cotta al dente: il corpo la digerisce più lentamente e gli zuccheri in essa contenuti vengono rilasciati nell’organismo in maniera più graduale.

La pasta al dente non causerà un picco glicemico, come invece accade quando si consuma la pasta ben cotta. Mangiando pasta al dente, il corpo sperimenterà una maggior sensazione di sazietà più a lungo.