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Carlo Cracco distrutto, le sue parole sono un colpo al cuore: “Non c’è più” | Non ha potuto fare nulla purtroppo

Il duro sfogo di Carlo Cracco
Carlo Cracco Ifood

Lo chef Carlo Cracco e le sue parole piene di dolore. A quanto pare non c’è stato nulla da fare per salvare il salvabile.

Carlo Cracco è un uomo indubbiamente dalle mille risorse. Chef, imprenditore di successo, diventato anche un indiscusso personaggio televisivo. Ha accostato nuovamente alla cucina un nuovo format, disponibile nella sua seconda stagione in esclusiva assoluta su Amazon Prime, dove è anche possibile seguire la prima.

Carlo inoltre ha anche convogliato parecchie delle sue forze e del suo immancabile spirito imprenditoriale in un progetto che ha preso vita nientemeno che in Galleria a Milano. È questo attualmente il suo ristorante più in vista, celebre e chiacchierato, che per altro porta proprio il suo nome,. Stiamo parlando di Cracco.

Qui si possono gustare delle pietanze prelibate e assolutamente degne di nota, oltre che un ricchissimo menù di degustazione, che lo chef propone con un prezzo fisso. Grazie ad esso si può beneficiare dell’assaggio di alcune squisitezza proposte dalla sua cucina. Ovviamente questa è una soluzione ad messa in atto per soddisfare anche la clientela meno abbiente.

Lo chef meneghino inoltre, cosa che ha sempre cercato di tramandare con l’insegnamento anche ai concorrenti di MasterChef nel periodo della sua permanenza da giudice, è quella di inculcare nelle loro menti la grandissima importanza che possiede la  ricerca. Lo stesso si può dire della ricercatezza e vera e propria degli ingredienti, coi quali bisogna proprio parlare.

Cracco e il problema della mancanza di personale

Nel corso di una sua ospitata al podcast CdTalk-L’Ospite, lo chef ha parlato a cuore aperto di un problema non di poco conto per il vasto mondo della ristorazione. Stando alle sue parole, vengono aperti troppi ristoranti senza verificare realmente e anticipatamente se vi sia disponibilità di manodopera per quanto concerne i lavoratori, anche ad un certo livello.

Aprire un ristorante, secondo quanto affermato da Cracco, che per l’appunto è un esperto in materia, significa credere profondamente in un progetto e investirvi tempo, denaro e risorse. Pertanto può risultare frustrante e assai sminuente il fatto che molte persone che ci hanno a che fare e ci iniziano a lavorare a stretto giro non ci mettano grande entusiasmo e/o voglia di fare.

Il duro sfogo di Carlo Cracco
Carlo Cracco Ifood

Non c’è più la voglia di mettersi in gioco

In poche parole lo chef meneghino spessissimo manca la possibilità a molti di fare un bel percorso e la classica gavetta, che è invece assolutamente fondamentale in ogni settore lavorativo che si rispetti.

Come lui stesso ha affermato, come riporta InItalia: “I ristoranti si sono moltiplicati e serve personale, ma non c’è una fabbrica del personale. Le persone vanno formate, ci vuole un percorso. Il problema principale è che ristoranti o simili crescono come funghi, invece cuochi, camerieri e sommelier hanno bisogno di più tempo. Sicuramente il lavoro, anzi la missione di stare in cucina, in sala, con il cliente, è una passione e chi vuole imparare deve essere accolto, trattato bene e formato. Se questo processo viene fatto bene, non ci saranno problemi a trovare personale. Non si può pensare, però, di sfruttare questo ‘trend’ di ragazzi che arrivano solo per il proprio tornaconto e senza la volontà di valorizzarli”.