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Massimiliano Alajmo ha superato persino Cracco e Locatelli: il suo primato è unico e nessuno lo conosce

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Massimiliano Alajmo – ifood (foto Instagram)

Lo chef Massimiliano “Max” Alajmo ha stabilito un primato non indifferente, superando anche i più noti Cracco e Locatelli.

Il suo nome potrebbe non essere noto a tutti, ma Massimiliano Alajmo è uno chef dello stesso calibro dei suoi colleghi più famosi perché diventati anche personaggi televisivi.

Anzi, ha persino superato i famosi Carlo Cracco e Giorgio Locatelli, stabilendo un primato. Ma chi è questo chef tanto apprezzato nell’ambiente? Conosciamolo meglio e scopriamo cosa ha fatto di speciale.

Come spesso accade a chi fa questo mestiere difficile, la passione viene da lontano, dall’infanzia passata in cucina. Una passione tramandata dalla famiglia di ristoratori che gestisce Le Calandre, a Rubano, provincia di Padova.

I ricordi di un Massimiliano giovane riguardano i nonni che gestivano il locale anche se con un nome diverso, e i sapori dell’infanzia e della tradizione, che oggi cerca di salvaguardare.

Massimiliano Alajmo: il primato dello chef

Massimiliano Alajmo ricorda ancora oggi, a 49 anni, i piatti di quei momenti speciali in cui si recava con la famiglia a trovare i parenti. E racconta a Food Lifestyle: “I miei primi ricordi di piatti sono quelli che mangiavamo agli incontri di famiglia. La zuppa padovana: una zuppa di fagioli con del girello di manzo brasato[…]  Oppure i rigatoni alla campagnola; allora si usava molto la panna fresca, ma la vera particolarità di questo piatto è che contemplava molte verdure al suo interno, e poi c’erano i gambetti del prosciutto. Le parti più attaccate all’osso, al gambetto appunto, venivano tritate e poi scottate e aggiunte alle verdure[…] Rimbalzava un colore verde smeraldo… insomma, era una pasta straordinaria!”.

La semplicità dei sapori della tradizione. Ma sentirlo parlare oggi è più complesso, la sua cucina in cui la “fluidità” è parte essenziale ha trasformato quel bambino in un grande chef che ricerca gli ingredienti perfetti per le sue creazioni perfette. Materia prima che si trasforma e diventa altro, la ricerca dell’essenza. Concetti profondi e da approfondire, che fanno di questo chef qualcuno di particolare e diverso dal solito. Ma non è l’unica cosa che lo contraddistingue.

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Uno dei piatti della cucina di Max Alajmo – ifood

Cosa ha fatto

Per capire la concettualità che sta dietro la cucina di Alessandro Alajmo basta chiedergli qual è il piatto che lo rappresenta, e lui ti risponderà: risotto zafferano e liquirizia. Il perché lo spiega a Repubblica: “Un piatto di rottura concettuale. Troviamo le luci e le tenebre, la dimensione verticale della pianta, dalla radice al pistillo, con questa sedimentazione luminosa data dallo zafferano e questa polvere tenebrosa di liquirizia che appena tocca il piatto vira verso riflessi dorati”.

Il suo primato non è però la proprietà di linguaggio o il fatto che rende ogni piatto un capolavoro, ma l’essere lo chef più giovane al mondo ad avere ben tre Stelle Michelin con il suo  ristorante, di cui la prima aggiudicata dalla mamma, una delle prime donne a ricevere questo prestigioso riconoscimento. Buon sangue non mente.