Lorenzo Biagiarelli distrutto per lei, ingiustizia troppo grande da sopportare: “Devastante” | Fiumi di lacrime
Le lacrime di Lorenzo Biagiarelli di fronte ad una gravissima ingiustizia. Il dolore è devastante, e nessuno ha potuto fermarlo.
Volto televisivo – lo abbiamo visto spesso da Antonella Clerici in quanto esperto di cucina – ballerino a Ballando con le Stelle, food blogger e compagno della penna più tagliente del giornalismo, Selvaggia Lucarelli.
Lui è Lorenzo Biagiarelli, che scrive di cibo, parla di cibo e vive di cibo. Ma non è quello che avrebbe voluto fare da piccolo. A Vanity Fair ha confessato il suo sogno: la rockstar. Ma, ammette “non ho mai avuto la disciplina e il fuoco sacro, come si dice oggi. Quando ho capito che non avrei voluto fare altro che andare tutti i giorni al mercato a comprare il cavolo fresco e a scoprire nuove conserve cinesi mi è stato subito chiaro quello che mi piacesse”.
E per il futuro come si vede? “Continuare a fare quello che faccio e, tra 20 anni, dedicarmi al mio buen retiro su un laghetto in India molto carino che ho scovato con Selvaggia”, risponde. Perché la routine non piace a nessuno dei due. Ed è per questo che viaggiano spesso.
Ma anche se lo vediamo sempre allegro e sorridente, c’è qualcosa che per lui è un dolore devastante, un’ingiustizia davanti alla quale non riesce a trattenere le lacrime.
Lorenzo Biagiarelli: un’ingiustizia troppo grande
Chi segue Lorenzo Biagiarelli sa che ha cercato di dare un nuovo indirizzo alla sua vita cercando di evitare la carne quanto più possibile. Carne che ha mangiato a tutte le latitudini durante i suoi viaggi, e di tutti i tipi. A Ohga ha raccontato di aver mangiato in Perù “sia il lama che la cavia, una sorta di criceto”, in Colombia “la larva del punteruolo, un parassita della palma che viene arrostito”, e poi ancora canguro e coccodrillo in Australia, la balena in Giappone e persino lo scorpione fritto in Cina. Ma è proprio in questo Paese che è avvenuta la svolta, l’illuminazione.
Davanti alla zuppa di cane, piatto tradizionale, si è fermato a riflettere sul perché non ci facciamo scrupoli ad uccidere e mangiare alcuni animali mentre altri, come il cane appunto, li consideriamo off limits. E si è dato una risposta: è solo una questione culturale.
Una vicenda devastante
Così Lorenzo Biagiarelli ha pensato di scrivere anche un libro: Ho mangiato troppa carne, perché, spiega “dal punto di vista etico, qualsiasi quantità di carne è ‘troppa carne'”. Allora ben venga quella coltivata, senza uccidere nessun animale, e no agli allevamenti intensivi.
E proprio di ciò che accade in quei luoghi orribili, dove gli animali non sono altro che profitto, ha scritto tra le altre cose. Così come ha parlato della vicenda dell‘allevamento Fenati, a Ravenna, che non è intensivo, anzi. A TheWom ha raccontato: “quella vicenda è devastante sia dal punto di vista umano sia da quello animale”. E aggiunge “sono stati uccisi 1736 uccelli senza alcuna ragione. Uccelli protetti, uccelli colorati, uccelli rari, uccelli da compagnia e uccelli che dovevano prendere parte a un programma di ripopolamento faunistico in Thailandia, ad esempio. Non hanno guardato in faccia nulla: alcuni non potevano nemmeno ammazzarli ma non hanno fatto alcuna distinzione”. La vicenda risale allo scorso anno e ha suscitato scalpore e tanta rabbia, oltre che tristezza. Per un solo caso di positività ad un ceppo di aviaria, sono stati abbattuti dall’Asl tutti i soggetti, indistintamente. Per quale motivo? “La priorità della legge nel contenimento di un’epidemia aviaria è stata quella di preservare gli animali dei vicini allevamenti alimentari, quelli intorno a cui si concentrano gli interessi economici”. Uno sterminio inutile che si poteva evitare.