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Antonino Cannavacciuolo costretto a dormire in auto: cacciato di casa per via del suo lavoro | Desolante retroscena

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Antonino Cannavacciuolo – ifood (fonte YouTube)

Lo chef Antonino Cannavacciuolo nei guai per il suo lavoro; cacciato di casa, è costretto a dormire in auto. Cosa succede al giudice di MasterChef?

Ci siamo, è iniziata una nuova stagione del popolare talent culinario MasterChef, e tra gli attesi e graditi ritorni i tre giudici tra cui lui, Antonino Cannavacciuolo. 

Il gigante buono della tv, il personaggio protagonista di Cucine da incubo, lo chef che dietro una burbera apparenza nasconde un cuore grande e una spiccata empatia. Pur essendo ogni tanto un po’ duro e severo con i concorrenti.

Del resto lui di severità ne capisce, è così che è stato messo sulla strada della grande ristorazione. Lo ha raccontato al Corriere, dove ha ricordato: “Sono andato a lavorare in cucina a 13 anni e mezzo. La notte tornavo a casa con spalle e braccia blu per le mazzate che mi rifilava uno chef. Mia mamma voleva protestare. Mio padre disse: ‘Se gliele ha date, significa che se le meritava’. Ora quello chef lo arresterebbero per maltrattamenti. A me è servito”. 

Gli è servito tanto da essersi aggiudicato ben tre Stelle Michelin, segno che è proprio questa la strada che doveva percorrere, nonostante gli inizi burrascosi. E per fortuna oggi le cose sono cambiate, nelle cucine non c’è più tanta severità come prima. Ma proprio a causa del suo amato lavoro è finito a dormire in auto, cacciato da casa. Come mai?

Antonino Cannavacciuolo dorme in auto

Antonino Cannavacciuolo è figlio d’arte. Anche il padre era cuoco e insegnante alla scuola alberghiera. E proprio per questo non voleva che il figlio prendesse la stessa strada, consapevole dei grossi sacrifici necessari. A Sette del Corriere ha raccontato che quando ha deciso di confessare che invece anche lui ha la passione per la cucina, gli ha risposto: “Se vuoi fare questo lavoro fallo, ma devi essere sicuro che sei spinto da una passione vera. Altrimenti soffrirai tanto”.

Ed è proprio vera, la passione. Forte, irresistibile. “Non mi sono mai fermato nemmeno un attimo, da allora” ha affermato, “È stato un lungo, lunghissimo percorso, nel quale però non ho mai smesso di costruire e di mettermi alla prova. Perché la verità è che questo non è un lavoro ma è la mia vita“. 

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La passione di Antonino Cannavacciuolo – ifood (foto Instagram)

Le disavventura dello chef

Una vita passata in cucina, dice Antonino Cannavacciuolo, ma non gli pesa. Eppure gli inizi sono stati pesanti assai. Come abbiamo visto a neanche 14 anni già lavora e fa sacrifici. Ovviamente non è stato messo subito ai fornelli. Racconta: “Il primo incarico fu aprire le uova: romperle, separare il tuorlo dall’albume, montarle per il gelato alla vaniglia. Aprivo 800 uova al giorno, per fare 50 contenitori di gelato da mettere sulla macedonia e le fragoline di bosco. Alla fine c’era da lavare la cucina, scopare per terra, svuotare il magazzino. Poi mi passarono ai prosciutti”.

Incarichi pesanti per un ragazzino tanto piccolo. Tanto che, rivela: “Mi veniva la febbre per la fatica, e mio padre mi mandava a dormire in macchina; solo una volta mi portò in ospedale perché avevo le gambe gonfie appunto come prosciutti”.