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Antonino Cannavacciuolo distrutto, malmenato proprio da lui: “Gonfio per le mazzate” | Lo chef come non lo avete mai visto

Antonino Cannavacciuolo
Antonino Cannavacciuolo – IFood.it (foto di Facebook)

Oggi è uno chef di successo, ma la sua vita non è sempre stata tutta rose e fiori. Il suo tristissimo racconto ne è una prova. 

Oggi non è solamente uno chef dalla fama internazionale, ma anche un uomo particolarmente amato dal pubblico, dato che ognuno riconosce sia il grande talento che ha, che la forte personalità, due aspetti di lui che non si possono non notare.

Non è infatti solamente un uomo dotato di uno straordinario talento ai fornelli e un punto di riferimento per chiunque fa parte del mondo della cucina oppure tenta di farne parte, ma anche un gigante buono, capace di empatizzare con chiunque.

Vedendolo come è ora, nessuno immaginerebbe quindi che nel passato di Antonino Cannavacciuolo si nascondono dei tristi episodi, che sono anche stati segnati da una serie di maltrattamenti. Eppure purtroppo è così.

Lo chef ne ha parlato nel corso di un’intervista che è stata fatta sul Messaggero e che è stata riportata su Il fatto quotidiano.

Una vita fatta di sforzi fisici e mentali

Per diventare lo chef che è oggi Antonino Cannavacciuolo si è impegnato molto e ha fatto anche numerosi sforzi, sia mentali che fisici. Come ha raccontato in altre interviste presenti su Corriere, da ragazzino presentava spesso degli episodi febbrili per via della fatica.

Proprio per questa ragione spesso veniva mandato a dormire dal padre direttamente nella macchina. Una volta è stato addirittura portato in ospedale per gli sforzi. Aveva delle gambe gonfie come prosciutti. Fortunatamente oggi questi episodi appartengono al passato, ma sicuramente in qualche modo lo hanno segnato, soprattutto quelli che ha vissuto in cucina quando aveva solamente 14 anni. A quanto pare però sono stati per lui formativi perchè gli hanno permesso di diventare chi è ora.

Antonino Cannavacciuolo
Antonino Cannavacciuolo – IFood.it (foto di Facebook)

Il racconto dei “maltrattamenti formativi in cucina”

Come riporta anche Il fatto quotidiano, quando Antonino Cannavacciuolo a 14 anni lavorava in cucina, veniva spesso preso a botte dallo chef per cui lavorava. Oggi è convinto che quelle botte siano state per lui formative, ma non dev’essere stato semplice a quell’età sopportare tutto questo.

Questo è quanto ha raccontato: “Finivo la notte gonfio di mazzate, ma io ho sempre voluto fare questo mestiere. Mia mamma voleva protestare. Mio padre, invece, rispondeva così: “Se gliele ha dato, significa che se le meritava.” Adesso quello chef lo arresterebbero per maltrattamenti. A me alla fine è servito. Sono state formative, quelle botte.