L’Islanda è una terra incredibilmente affascinante dove per fortuna è ancora la natura ad avere la meglio sull’uomo. Non è semplice descrivere a parole la bellezza dei suoi paesaggi, quella strana alchimia che c’è nell’aria e che non ti abbandona mai soprattutto quando ti trovi difronte a chilometri e chilometri di lande desolate dove i colori non sono quelli che sei abituato a vedere dove il verde ha il colore dello smeraldo e il blu quello del cobalto. Lo stato d’animo più frequente è lo stupore, perché pensi che certe meraviglie della natura possano esistere solo nei film o su riviste specializzate realizzate con un ottimo programma di fotoritocco, mentre piano piano ti accorgi che è tutto vero ed è solo e tutto frutto di madre natura. Proprio quando sei ostaggio della meraviglia e dello stupore ti ricordi del perché hai scelto l’Islanda, da lontano cominci a sentire le note di quella canzone dei Sigour Ròs che ascoltavi mentre eri in metro sottoterra in mezzo a migliaia di persone e riaffiorano nella mente i fotogrammi di quel film con Ben Stiller I Sogni Segreti di Walter Mitty e dici a te stesso “… è molto più di quello che potessi immaginare” e ti vieni una gran voglia di non andare più via.

Il fascino di quest’isola sta proprio nella grande varietà di paesaggi; basta infatti spostarsi di pochi chilometri per trovarsi difronte ad un panorama totalmente diverso: una meravigliosa cascata, una verde distesa pianeggiante, una spiaggia di sabbia nera o una laguna di iceberg. Visitare l’Islanda vuol dire amare la natura o voler ristabilire un contatto con essa e constatare quanto la mano dell’uomo a volte sia superflua e dannosa. Otto giorni per visitare un’isola ai confini del globo, per ammirarne le meraviglie, scoprirne la bellezza e viverla; dal contatto con la natura, alle persone, al cibo. Una sola strada per farlo: la Ring Road. Si parte di buon mattino dalla luminosa Reykjavík per le località forse più conosciute e sicuramente più visitate d’Islanda, che costituiscono il cosiddetto “Golden Circle“: Thingvellir – sito di grande importanza storica (il più antico parlamento del mondo) e geomorfologica (dorsale medio atlantica con separazione della placca americana da quella europea),Geysir (geyser) e Gullfoss (la cascata d’oro).
Ci spostiamo verso la costa meridionale, visitando le cascate di Seljalandsfoss, con il retropassaggio, e quella di Skogafoss, una delle più alte del paese con il suo salto di circa 60 m.
Arrivo e prima sosta a Vik un delizioso paese di centinaio di abitanti con due ristoranti dove in uno dei quali abbiamo assaggiato i famosissimi bocconcini di “squalo”; nessun giudizio dovete provarli.

Siamo nel punto più meridionale d’Islanda: le alte scogliere di Dyrholaey dove nidificano i pulcinella di mare e dove si è formato un alto arco naturale nella roccia sul mare.
Proseguiamo verso EST lungo la Ring Road, attraversiamo il villaggio di Kirkjubaerklaustur e ci fermiamo infine al Parco di Skaftafell, incastonato tra il ghiacciaio del Vatnajokull, il più grande d’Europa. All’interno del Centro Visite è possibile assistere al filmato del disastro (per fortuna senza vittime) causato nel 1996 dal vulcano Grimsvotn che sonnecchia al di sotto della calotta di ghiaccio.
Attraverso una piacevole escursione si può raggiungere la cascata di Svartifoss (cascata nera), contornata da nere colonne basaltiche che creano un effetto molto suggestivo.
Proseguiamo attraverso la più ampia pianura sabbiosa d’Islanda sino alla laguna degli icebergs di Jokulsarlon, dove è obbligatoria l’escursione tra i blocchi di ghiaccio che staccandosi dal ghiacciaio Breidamerkurjokull formano la bellissima laguna.
Il viaggio riprende verso Hofn, la città del gambero islandese.
Proseguiamo verso Est, verso la zona dei fiordi orientali con le alte pareti scoscese e i piccoli villaggi di pescatori. Sosta a Djupivogur e a Stodvarfjordur prima di raggiungere Egilsstadir.
Attraversiamo la regione del Modrudalur, con i suoi altopiani che lasciano intravedere verso Sud la desertica regione centrale. Nei pressi del fiume Jokulsa a Fjollum ci dirigiamo verso Nord, seguendone in parte il corso sino alle imponenti cascate dei Dettifoss (le più potenti e grandi d’Europa).
Torniamo indietro per alcuni chilometri per dirigerci verso l’area di Myvatn (lago dei moscerini). Visitiamo le fumarole e i fanghi bollenti di Namafjall e del campo lavico del Krafla con il cratere ed il lago Viti.
Costeggiamo la riva nord del lago Myvatn per dirigerci verso Husavik.
Direzione Sud, verso la regione del lago di Myvatn e delle aree circostanti. Breve sosta alle cascate di Godafoss (cascata degli dei) e poi via verso Akureyri, seconda città del paese. Visita della cittadina che si affaccia sull’Eyjafjordur e poi ancora verso Ovest a Holar, una delle due antiche sedi vescovili d’Islanda per arrivare infine a Blonduos.
Prima di lasciare gli spazi sconfinati e tornare in città è obbligatoria una sosta nei pressi della penisola di Vatsnes, nota per la presenza di numerose colonie di foche che si osservano con facilità riposarsi lungo la costa.
Riprendiamo la Ring Road con qualche sosta, come quella che ci consentirà di visitare i coni vulcanici di Grabrok, nei pressi di Bifrost, e la cittadina di Borgarnes. Percorriamo l’ultimo tratto di strada della giornata, transitando nel tunnel sottomarino che taglia lo Hvalfjordur, prima di arrivare nella capitale Reykjavík.
11 Settembre 2016