Provate a pensarci. Quando varcate la soglia di un ristorante per andare a cena, più o meno consapevolmente vi lasciate alle spalle la realtà quotidiana e per qualche ora potete permettervi di dimenticare voi stessi, di essere qualcun altro, di recitare un ruolo insomma.
Questo dice l’autrice. Una cena al ristorante è un momento sospeso tra due dimensioni.
Se poi ad andare a cena fuori è il critico gastronomico del NY Times, allora quella di “diventare qualcun altro” è una vera e propria esigenza per non farsi riconoscere e poter valutare con obiettività la qualità del servizio e delle portate. Perché si sa che, quando il critico viene riconosciuto, immediatamente si libera il tavolo migliore della sala, le porzioni si fanno più abbondanti e curate, il servizio diventa rapido e cortese.
Ma cosa succede se il critico si traveste? Ruth decide di farlo e con l’aiuto di un’amica esperta in drammaturgia teatrale si trasforma di volta in volta in un personaggio diverso: la signora anziana timida e garbata, la sua defunta madre, la bionda fatale, una estroversa rossa hippie e simpatica, una manager senza scrupoli, una ragazza schiva che passa inosservata a tutti. Nulla è lasciato al caso: la scelta del look, le parrucche, gli accessori, il tono di voce e soprattutto il comportamento e il modo di fare. Ruth si cala scrupolosamente nei suoi personaggi e per ognuno di essi scopre una parte del suo carattere che non credeva di possedere, una frase che non pensava di riuscire a pronunciare, una sensazione che non aveva mai provato.
Sullo sfondo la NY degli anni ’90, caotica e caleidoscopica come sempre, spendacciona, frettolosa, esibizionista, una città non ancora ferita dall’attentato e dalla crisi, in cui andavano molto di moda i ristoranti francesi, il foie gras, l’aragosta e la crème brûlèe. Un tempo che sembra lontano in cui le recensioni sul giornale avevano molto credito, internet era ancora poco diffuso e i ristoranti “etnici” erano considerati una seconda scelta.
Tra una cena e l’altra Ruth ci regala molto di sé; frammenti della sua vita familiare e lavorativa, stralci delle sue recensioni più estrose, ricordi d’infanzia e diverse ricette.

Ingredienti per 4 Persone
Per il fondo
Per la farcitura
- 500 gr Ricotta vaccina
- 180 gr Zucchero Semolato
- 100 gr Panna Fresca
- 60 gr Yogurt Bianco
- 2 Uova intere
- ½ cucchiaino Farina 00
- 1 Pesca Noce
Per decorare
- Confettura di pesche
Preparazione
Frullate finemente i biscotti con il burro fuso, la cannella e il miele.
Disponete le briciole ottenute sul fondo e sui bordi di una tortiera da 20 cm, compattando bene.
Fate riposare per mezz'ora in frigorifero.
Per preparare la farcitura, mescolate la ricotta con lo zucchero.
Aggiungete la panna e lo yogurt.
Battete leggermente le uova e incorporatele al composto.
Per ultimi aggiungete l'aroma ai fiori d'arancio e la farina.
Disponete la farcitura sul guscio di biscotti e livellate bene.
Infornate a 160° per 60-70 minuti circa.
Fate raffreddare dapprima a temperatura ambiente, poi in frigorifero per almeno 3 ore.
Per la decorazione, spalmate sulla superficie della torta uno strato sottile di confettura di pesche, poi affettate la pesca noce senza sbucciarla e disponetene alcune fettine a ventaglio.
Note
A fine cottura la torta si presenta ancora morbida al centro: è normale, si solidifica poi in raffreddamento.

Tra le numerose ricette contenute nel libro, io ho scelto di realizzare la NY Cheesecake, torta simbolo della Grande Mela, aromatizzandola però con le pesche e l’essenza di fiori d’arancio al posto dei classici frutti di bosco e vaniglia.
14 Luglio 2015