Durante il soggiorno in alto Salento, ho avuto modo di provare tanti piatti della tradizione pugliese. Inutile dirlo, i pugliesi hanno una vera e propria cultura del cibo e io ne ho approfittato per fare una full immersion. Quali sono i prodotti tipici, i locali e le tappe da non perdere assolutamente tra Ostuni e Ceglie Messapica? Ecco qui la mia lista dei top 4:
1. I panzerotti pugliesi del Tony Bar, Ostuni (BR)
Tony Bar è un locale storico e una tappa fissa per tutti gli abitanti di Ostuni. Unisce sia giovani che famiglie. I panzerotti vengono realizzati e fritti al momenti. Potete provare la versione classica, con pomodoro e mozzarella oppure le varianti proposte dalla padrona di casa (che, per l’occasione, ci ha aperto le porte della sua cucina!). I panzarotti sono così buoni che si sciolgono in bocca!
(I panzerotti del Tony Bar, Ostuni)
2. Il tradizionale biscotto cegliese del Bar Centrale, Ceglie Messapica (BR)
In questo bar è custodita la ricetta segreta del biscotto cegliese. Una ricetta che è stata tramandata a Maria Cristina e Gaspare Fugazzaro dal padre Tonino, titolare appunto del Bar Centrale, proprio nel pieno centro storico di Ceglie Messapica. U’ Piscquett’l è un biscotto a base di pasta di mandorle tostate, farcito con marmellata e aromatizzato da fragranze di agrumi.
I biscotti vantano una lunga tradizione contadina: venivano preparati nelle case dei cegliesi in concomitanza delle feste importanti e dei banchetti nuziali e non mancavano mai nelle “bomboniere”.
Accompagnateli con il rosolio “Gioia Mia”, un liquore nato da una ricetta risalente al 1917 a cui i figli di Tonino hanno dato il nome di “Gioia Mia”, in ricordo del padre, che così era solito chiamare la figlia.
(le suggestive vie di Cegli Messapica, i biscotti cegliesi e il rosolio Gioia Mia)
3. Ai Fornelli Ricci, Ceglie Messapica (BR)
Più che di singola specialità qui parliamo di eccellenze e talento. Chef Antonella Ricci e Vinod Sookar (Jeunes Restaurateurs d’Europe e Guida Michelin 2015) sono i titolari del ristorante “Ai Fornelli Ricci”.
Dalla tradizione alle contaminazioni: qui le eccellenze regionali vengono rielaborate con raffinatezza e cura. I padroni di casa accolgono gli ospiti in un ambiente bucolico, quasi magico, circondato da trulli millenari e piante secolari. E così, un semplice pranzo si trasforma in una sosta indimenticabile tra paesaggio e degustazione.
(gli chef Antonella Ricci e Vinod Sookar, i piatti presentati, tra tradizione e contaminazione, e la masseria circondata da trulli)
4. Il fico mandorlato di San Michele Salentino
Il fico mandorlato, riconosciuto quale “Prodotto Tipico Tradizionale” dal Ministero delle Politiche Agricole e presidio Slow Food, è un fico secco all’interno del quale vengono aggiunti mandorle tostate, semi di finocchio selvatico e scorza di limone. Le fasi di essiccazione e lavorazione si svolgono a San Michele Salentino, divenuto famoso grazie al festival del fico mandorlato, che oggi accoglie da tutto il mondo migliaia di appassionati di questa specialità.
Questi sono i prodotti tipici che ho avuto modo di provare nell’alto Salento. Quali sono, secondo voi, le specialità pugliesi in generale da non perdere?
26 Luglio 2015